DIARIO DI VIAGGIO in CAMPER in MAROCCO PARTENDO da MUGGIA
(TRIESTE) il 14 MAGGIO 2013 |
Finalmente..........ci
sono voluti tre anni per programmare e
partire verso questa meta tanto ambita. Il primo anno il clima politico in quel
paese non era dei migliori, il secondo anno la mia schiena non voleva in nessun
modo che io partissi, il terzo anno è servito per studiare a fondo il percorso
e prendere la decisione di partire.
La
preparazione di massima del percorso ha voluto il suo tempo: libri specifici, riviste,
diari di bordo, carte geografiche, passa parola con chi il viaggio l'aveva già
fatto e tutto questo ha molto aiutato.
I
nostri amici e vicini di rimessaggio Antonio e Maria a suon di sentirci parlare
di questo viaggio si sono aggregati a noi, anche per poter provare qualche
brivido insieme, così una sera abbiamo fatto una riunione (alla carbonara) e
abbiamo gettato le basi di questa avventura.
1° EQUIUPAGGIO
Un superlativo PLA S701
(Vagabondo 2°) con un vecchio “driver” Giorgio, sempre in gamba anche se con un
anno in più e una navigatrice Lili che
sembra una macchina fotografica tanto divora i panorami con gli occhi ( Età
complessiva 142 anni ?!!!!)
2° EQUIPAGGIO
Un intrepido CHALENGER “Mageo
115” con un meno vecchio “driver” Antonio (Toni) detto “Schumacher”
perchè gli piace volare con il suo camper, e la sua navigatrice Maria
rapita anche lei dai paesaggi stupendi. (Età complessiva; non si può dire, si
vergognano?!!!!)
14- Maggio
Salutati con foto-ricordo e un
po' di commozione dal nostro grande Romano, presidente del nostro club,
accendiamo i motori e si va. E' nostra intenzione raggiungere al più presto il
Marocco per giocarci sul clima cercando di evitare i famosi 40-50 gradi
decantati un po' da tutti. Tutta autostrada fino all'uscita di Arenzano
(Ge) per poi proseguire per la litorale fino all'area di sosta di Albissola
dove abbiamo cenato e pernottato dopo un mega bicchierino di
Jagermeisster. (Fatto km.602)
15-16-17-18-19- Maggio In questi giorni cerchiamo di battere vari record
per arrivare a Palmonas per poi prendere il traghetto per Ceuta
l'unica città spagnola in terra marocchina. La strada fatta per arrivare qui ha
lasciato molti flash nei nostri occhi:
la magnifica costa Ligure, il pranzo in un posteggio con vista mozzafiato su Montecarlo,
ad Arles sosta per la cena preparata da Maria con una mega polenta e
asparagi del nostro Carso da lecca...lecca accompagnati da un paio di calicetti
del buon vino di “casa Toni”. Piove lentamente e lentamente attraversiamo la
bellissima Camargue, Narbonne ci ospita per il pranzo;
attraversiamo l'ex confine Francia-Spagna che è un caos di baracche e
negozietti vari. Arriviamo ad Aguaviva vicino a Girona per la
sosta notturna nel parcheggio del municipio. Sole, supermercati, strada, tanta
strada fino a Oliva dove gettiamo
le ancore per una necessaria dormitona. Il tempo è bello. Attraversiamo Benidorm,
bella anche con i suoi grattacieli, Alicante, Murcia, km. km. di
paesaggi a volte aridi e alquanto bruttini. Mojacar ci ha visto arrivare
con gli occhi sgranati dal bellissimo panorama, diversi posti per sostare
però entriamo al “Campeggio Carboneras”
per pulizie varie e un po' di relax. Siamo ansiosi di arrivare per cui motori
al massimo e via per km. e km. fra campi
coltivati e un'infinità di serre e così ci siamo mangiati anche la Costa del
Sol. Palmonas è lì che ci strizza l'occhiolino e il sig.
Guttierez, dell'omonima agenzia, ci fà cenno di sbrigarci a fare il biglietto
per il traghetto. Con 200 Euro ci si imbarca domani mattina ad Algeciras e
il ritorno è con data libera.....possiamo tornare quando vogliamo!!! Siamo stanchi ma felici; cerchiamo un locale
per fare l'ultima cena in Europa e infatti, dopo aver quasi consumate le suole,
troviamo un buchetto in centro del paesino che ci offre una modesta ma buona
cenetta a base di pesce. Dormiamo con altri camper e camion accanto all'agenzia
e domani mattina saremo pronti per
imbarcarci. ( Fatto in cinque giorni km. 2204)
20- Maggio
Un'occhiata
alla cambusa e di corsa al Carrefour a fare il pieno di provviste come se
dietro l'angolo ci aspettasse il “nulla”e poi in cinque minuti si arriva al
porto di Algeciras dove la
nave-traghetto è pronta per sbarcarci a Ceuta in meno di un'ora.
L'impatto con il confine marocchino è più
che allucinante, una
leggera pioggia rompiscatole,la strada sconnessa con pozzanghere fangose, filo
spinato, pendolari a piedi che si spingono urlando chissà che cosa, e per
finire un sacco di faccendieri che fanno “l'assalto alla diligenza”. Ne
accettiamo uno che con 5 euro ha fatto soltanto un grande casino, però ala
fine, straniti e un poco stanchi ne veniamo fuori e ci troviamo su una strada
bellissima con villaggi e panorami sul mare stupendi che ci porta fino alle
porte di Teutan.
All'entrata della città subiamo l'aggressione di un simpatico Hassan che con il suo ciclomotore ci guida fra stradine da brivido e attraverso mercatini nei quali con le ruote del camper si passava sulla merce esposta. Arrivati un po' stressati nel parcheggio per camper proprio nel centro della città, ci sistemiamo e dopo un' estenuante trattativa per 10 € a coppia ci ha fatto da guida fino a sera per tutta la città: Medina, castello, centro antico, concerie, souk, moschee che a noi sono vietate, tante stradine e tanta tanta gente. Salutato Hassan con qualche regalino per lui e i suoi quattro bambini, riconoscenti per la sua professionalità, simpatia e soprattutto perchè ci ha riportati ai camper, dal momento che noi da soli ci saremmo sicuramente persi più di qualche volta. Stanchi morti, sono le 21 di sera e ancora c'è un solleone molto alto, ma crolliamo sul nostro lettone. (Dal traghetto fatti km. 65)
21-
Maggio
Non appagati di quanto visto
ieri, decidiamo che forse anche senza l'aiuto della guida un giretto con la
massima tranquillità c'è lo possiamo permettere. Appuntamento con gli amici per
ora di pranzo e via a scoprire da soli altri angolini della città. Lasciamo la
bellissima Teutan e partiamo verso la cittadina di Chefchaouen
molto famosa per la sua Medina tutta colorata con stupende sfumature di blu
(indaco). Troviamo subito il campeggio molto carino ma carente dei principali
servizi. Facciamo una facile scalinata e siamo nel mezzo del colore, è
incredibile l'effetto che fa, incredibile la tranquillità attorno a noi,
incredibile la pulizia e i profumi che ci circondano passeggiando per le
strette viuzze. Bello....bello......bello. Tornati al campeggio con un taxi
spendendo quasi niente e salvando un po' delle nostre forze. (Fatto km.75).
22- Maggio
Raggiungiamo Volubilis dove visitiamo una grande
distesa di resti romani. La città doveva essere molto vasta e molto bella.
Passeggiando fra le antiche vie, fra palazzi e templi viene spontaneo sentirsi
un po' orgogliosi di essere i discendenti di tale civiltà e nello stesso tempo
dover constatare che non siamo riusciti a tenere alto il nome dei nostri avi
romani. Un pranzo veloce per poi
prendere la strada (molto buona) che ci porta a Meknes, la prima città
imperiale che incontriamo sul nostro percorso. Arriviamo al campeggio alle ore
18, sistemati con velocità e subito alla scoperta delle vicinanze. La piazza
principale Mohamed 6°è come un salotto, piena di ristorantini con i tavoli
all'aperto; una moltitudine incredibile di artisti di strada richiama tanta
gente...noi compresi. Questa piazza è adiacente a un mercatino (souk) immenso
ed anche il punto di partenza per visitare
la sua immensa Medina. Siamo pieni di entusiasmo e rifacendo la strada a
ritroso per tornare al camper rubiamo con gli occhi tutto ciò che avevamo perso
all'andata. Dopo cena un dolcetto e una grappetta nel camper di Antonio e Maria
con grandi commenti sulla bellezza dei posti visitati fino a questo momento. (Fatti
km.215)
23-
Maggio
Da queste parti anche i Muezzin
(quelli che pregano gridando) dormono per cui le notti trascorrono molto
tranquille. Decidiamo di farci ancora un giretto per Meknes prima di
partire per Fes la seconda città imperiale che vogliamo assolutamente
visitare. Anche qui un ragazzo con il motorino ci accompagna fino all'ingresso
del campeggio “Internazionale”e poi, presentandosi come dipendente dell'ufficio
del Turismo della città, ci propone una visita completa con una guida parlante
l'italiano nel pomeriggio stesso. Infatti si presenta un macchinone con un
autista e una guida. Incredibile il giro che ci fa fare, sembra di essere al
tour di Francia; la guida è un tizio di una certa età con sigaretta perenne in
bocca e cellulare attaccato all'orecchio. Non è tanto cordiale, sembra che
faccia i fatti suoi, parla sempre in arabo al cellulare e con noi parla poco e
spiega ancora meno, in compenso conosce tutti, parla con tutti e ha un modo da
“tu non sai chi sono io”. Abbiamo visto tutto....tutto....tutto, il bello, il
brutto, la sporcizia, la puzza incredibile nel rione delle concerie, laboratori
di ceramica stupendi,il palazzo reale visto solo dall'esterno, vicoletti un po'
paurosi, palazzi stupendi, moschee maestose per noi inaccessibili, non ci ha
risparmiato la visita di un negozio di
tappeti e di spezie, strade,stradine, vicoli, in quantità infinita, tutto al
coperto, questa Medina medioevale (patrimonio dell'Unesco ) è immensa e senza
guida sicuramente ci si perde, saliscendi a non finire, migliaia di persone e
decine di muli per il trasporto delle merci e motorini che ti scansano a
fatica. A un certo punto, prima di ucciderlo, abbiamo chiesto alla guida di
riportarci al campeggio. Stanchi.....di più......cena veloce e tutti a nanna
senza una parola. Fes la ricorderemo per due motivi: vista dall'alto è
bellissima, percorsa a piedi un caos tremendo e poi....è proprio vero che
fondamentale è la persona che ti presenta ogni cosa e in questo caso è stata disastrosa,
peccato. (Fatti km. 75)
24- Maggio
Siamo un po' stralunati, i
muscoli del corpo protestano, i piedi vogliono stare in acqua e sale. Un po' di
pulizie e poi tutto il giorno a riposo, sedie, sdraio, sole e giornali la fanno da padroni, due passi
all'interno del campeggio che ha come ospiti oltre a noi soltanto un altro
camper Francese. Due parole con gli amici Antonio e Maria sul programma dei
prossimi giorni e a nanna. (km. 0)
25- Maggio
Il programma di oggi prevede di
visitare la regione di Ifrane che offre una natura montana con dei
luoghi esclusivi come Aoua Lake con il suo laghetto, Cascades des
Virges, la stessa cittadina di Ifrane che è una località sciistica
ad una altitudine di 1655 metri che ricorda la nostra Corvara e che con
il suo leone di pietra attira i vari turisti. Visitiamo il sito delle
formazioni rocciose e poi raggiungiamo la Foret de Cedres con il suo
famoso cedro centenario e una miriade di scimmie che hanno molto di umano,
infatti una mi ha dato anche una sberla, e dove troviamo anche delle pigne di dimensioni
enormi. La strada prosegue con dei panorami molto rilassanti fino ad immettersi
sulla statale che conduce a Azrou. Un po' di difficoltà per trovare un
posticino per la notte ma infine troviamo un bel parcheggio libero davanti alla
caserma della polizia. Visitato il paese molto carino e pieno di vita, una
trattoria caratteristica ci attira per la cena e proviamo la famosa “taijne”,
che a dir il vero non ci è piaciuta per niente, ma sarà da riprovare. Il camper
ci aspetta per una buona dormita (speriamo).
(Fatto km.112)
26- Maggio
Ben riposati, imbocchiamo la statale N13 che ci porta verso Ar-Rachida, questo tratto di strada di 283km. merita il viaggio in Marocco. I panorami si susseguono e lasciano a volte senza fiato. Si sale a quota 1900m. In un altipiano ricco d'acqua con delle oasi di cedri o di palme. I villaggi che attraversiamo sono fatti da casupole di fango; non si capisce se sono abitazioni o ricoveri per animali ( pecore- capre- cavalli- asinelli- cicogne e tanti cani randagi e gatti affamati). Il paesaggio per noi è affascinante, ma per quelli che vivono qui non credo che l'esistenza sia facile. In alto si vede la neve, stiamo attraversando un “Canjon”incredibile (Gola dello Ziz). Antonio e Maria che sono stati in America dicono che questo Canjon è molto simile e altrettanto stupendo e da lasciare senza fiato. Il caldo si fa sentire e appena si rallenta si suda e si boccheggia. Improvvisamente ci si trova in un paesaggio primordiale che si chiama “Jurassic” e veramente ci si aspetta che dalle rocce rosso scuro spunti improvvisamente un dinosauro.
*** *** *** **** **** *** ***
Nelle vicinanze un laghetto azzurro irraggiungibile. Attraversiamo la bella città di Ar-Rachidia per raggiungere dopo pochi minuti la località delle “Sorgenti Blu – Meski”. Un'oasi di palme e di orti coltivati, con un fiume che sgorga da una grande cavità e che si getta in una enorme piscina che, data la giornata festiva, è invasa da una marea di gente che si bagna, che si tuffa,che prende il sole e che fa un casino enorme. Ci accoglie un ragazzo che si chiama Mohamed , che ci lascia sistemare sotto una palma, ci offre un tè nel suo negozio, poi ci accompagna lungo le sorgenti e gli orti, spiegandoci il sistema di irrigazione e poi ci presenta un amico di cui diamo l'indirizzo perchè ci è stato molto utile nell'organizzare il soggiorno nel deserto: NAJJARI ABDELHADI, KSAR- MESKI ERRACHIDIA Tel.00212-662351811, EMAIL: abdelmeski@gmail.com .Lui sarà il nostro accompagnatore in un'escursione nel deserto con un fuori strada. Mohamed ci dice che non è ancora sposato e che sua moglie dovrà essere molto grassa perchè d'estate gli fa ombra e d'inverno lo riscalda. Ci salutiamo e andiamo a nanna molto soddisfatti. (Fatti km.285)
27- Maggio
Una nottata stupenda, ci carburiamo per iniziare l'avventura nel deserto, riprendiamo la stessa strada che non finisce mai di stupirci: ieri la gola, oggi la Valle dello Ziz. La si intravede nella profondità del Canjon, è molto rigogliosa nei suoi palmeti e nei suoi orti di un verde smeraldo, il fiume che da qui sembra un filo d'argento, il colore dorato delle montagne che la circondano fa risaltare tutta la valle e i paesetti di fango rosa in maniera tale che non si può descrivere. Bello....bello...bello. Corriamo lungo una strada dritta dritta, che sembra non finire mai e che la sabbia cerca di mangiare. Stiamo viaggiando nel deserto. Quasi senza accorgerci arriviamo all' Auberge Ksar Merzouga. E' un modernissimo albergo, con adiacente area sosta camper e punto di partenza delle carovane di cammelli per le escursioni nel deserto. E' attrezzato con ogni comfort compreso un giardino interno alberato con stupende palme e una grande e fresca piscina.
La cena ci trova in una scenografia da film, i tavolini e le sedie appoggiano sulla sabbia ai piedi di una duna color rosa intenso; sull'estremità della duna una magnifica palma, un tavolino e due seggioline che invitano a salire ed ammirare il panorama dall'alto; a pochi metri da noi il sentiero dove transitano quattro dromedari ( hanno una gobba sola) cavalcati da turisti che si inoltrano nel deserto per passare la notte e all'orizzonte un tramonto da favola. Con queste visioni, la cena è scesa in secondo piano per cui possiamo dire che le taijne di pollo e vegetariana, la verdura, la ottima frutta, le bevande (niente vino) sono state tutte buone e con un costo ridicolo di 355 Dh c.a. € 36 per quattro persone. Io, Lili, Antonio e Maria nel fare i quattro passi per raggiungere i camper ci diciamo fortunati di poter assaporare queste meraviglie e questo silenzio quasi irreale. Soli e sotto un cielo super stellato ci facciamo un bicchierino di buon digestivo. Questa esperienza resterà sicuramente fra i nostri ricordi più belli.
(Fatti km. 398)
28- Maggio
Pronti con cappellino in testa e zaini pieni di acqua ad aspettare il fuori strada con l'autista e la nostra guida per l'escursione nel deserto. Arrivano puntuali, Abdelhadi è una persona molto gentile e molto preparata, parla di tutto meno che l'italiano, però con lo spagnolo, l'inglese, il francese e la sua buona volontà ci comprendiamo perfettamente. Ci ha portato tra paesini sperduti con case di un fango color ocra, dune di sabbia piccole e grandi, il paese dei suonatori berberi che con una specie di nacchere metalliche cantano musiche folkloristiche con voci possenti e qualche passo di danza. Correndo con il 4X4 su una pista che solo l'autista riconosce sulla distesa di sabbia raggiungiamo una zona vastissima in mezzo al deserto piena di rocce incastonate da tutta una serie di fossili marini, che noi, come bimbi, ci accucciamo a cercare e ne troviamo un bel po'.
Visitiamo le ex miniere di piombo francesi che solo a vedere quei fossati dove lavoravano gli schiavi viene da morire. Ma è ora di pranzo e ci aspetta un' oasi con un gigantesco albero e un berbero che con mattoni di fango si sta costruendo la casa per lui, la moglie e cinque figli. Lui ci farà la pizza....sì, a modo suo naturalmente. Con estrema cura prepara in fuoco su delle pietre incastonate nella sabbia , e sotto un sole cocente sistema le sue pizze su una pietra surriscaldata fino a cottura. Le abbiamo divorate all'ombra di quell'unico albero distesi su tappeti e cuscini coloratissimi. Poi, ripreso il fuoristrada, abbiamo visitato le caratteristiche tende dove vivono intere famiglie di nomadi con qualche cammello e alcuni asinelli. Niente luce, niente acqua, niente alberi, niente prati, bambini con gli occhioni neri che a noi sembrano un po' tristi. Per noi infatti, gente civilizzata tutto questo sembra assurdo. Improvvisamente tutto attorno a noi si creano dei piccoli vortici minacciosi di sabbia che ci riempie gli occhi , la bocca e si insinua dappertutto e per non farci dimenticare che il padrone assoluto di questo posto è lui: il deserto. (Fatti km. 0)
29- Maggio
Abbiamo ancora negli occhi
assonnati le bellezze del deserto visitato ieri, però la curiosità di scoprire
altre realtà ci fa salutare tutto lo staff dell'area di sosta-albergo e mettere
in moto i nostri camper. E' incredibile, stiamo viaggiando a venti km. all'ora,
non a causa del traffico o della strada ma della bellezza della natura che ci
circonda. Non esagero se dico che siamo quasi senza fiato e che si dovrebbe
poter scrivere con la macchina fotografica per far capire meglio l'abbraccio di
questo scenario inconsueto e affascinante. Stiamo percorrendo la strada che da Merzouga
porta alla Gola del Todra, attraversiamo paesini di colore rosa
che si mimetizzano nelle rocce circostanti, il verde dei palmeti, rocce rosse,
terra rossa, torrenti d'acqua cristallina, i tanti colori delle donne che
lavano i panni nel fiume tutte assieme e li stendono sui rovi ad asciugare,
dune di sabbia con gli immancabili cammelli
In questa zona abbiamo incrociato e chiacchierato con altri turisti di:
Spagna, Francia, Austria, Italia e Argentina (con invito nella Terra del
Fuoco). Il camping “Le Solei” ci accoglie con l'acqua fresca della sua
piscina, una cenetta sotto la palma; tra un digestivo e un dolcetto si commenta
con Antonio e Maria questo meraviglioso Marocco.
In camper apriamo tutte le
finestre e gli oblò panoramici, inserendo le zanzariere, così ci sembra proprio
di dormire all'aperto, e con una temperatura ideale. Sul lettone abbracciati io
e la mia “Mula” osserviamo attraverso il grande oblò il cielo con una miriade
di stelle enormi che sembra ci facciano l'occhiolino, ma qualcuno già comincia
a russare.. ..…. (Fatti km. 231)
30-Maggio
Attraversiamo la stupenda Gola del Dades. Ancora una volta siamo attratti dagli splendidi panorami, dalle stravaganti forme rocciose colorate dal sole con un'infinita di sfumature e che sembrano cadere da un momento all'altro sui borghi abitati. Sembra tutto fermo a cento anni fa, la vita scorre con un ritmo lentissimo che a noi occidentali sembra innaturale.
I tornanti per scendere e salire dalla gola sono a strapiombo sul canyon scavato nel tempo da un fiume che scorre sul fondo. Sapendo di attraversare la zona della coltivazione e distillazione delle rose ,ci fermiamo nella cittadina di Buolmiane ad acquistare questi profumi che saranno dei bei souvenir per noi e per i nostri cari. Un continuo susseguirsi di bellezze della natura ci ha accompagnato fino al campeggio comunale di Ourzazate. Non è un gran chè, ma è un ottimo e tranquillo rifugio per la notte. Sentiamo il bisogno di riposo e di pulizie, così decidiamo tutti e quattro che domani faremo una pausa di riflessione.
(Fatti km.275)
31- Maggio
Sotto il tendalino del camper è già tutto pronto per oziare: sedie, sdraio, tavolini, giornali, settimane enigmistiche, bibite fresche, ecc. ecc. Alle 18 ci è venuta voglia di muoverci. Maria è un po' indisposta per cui lei e Antonio continuano a riposare. Io e la mia “Mula” prendiamo un taxi che per ben 2 € ci porta nel centro di Ourzazate. Girovagando per il souk siamo entrati in un market di un marocchino rimpatriato dalla Lombardia che ci ha raccontato un pò della sua avventura non tanto bella in Italia. Abbiamo comperato un paio di birre che di nascosto berremo mangiando una pizza in uno dei tanti locali della piazza centrale. All'imbrunire, e cioè verso le dieci di sera, la piazza si è illuminata e riempita di venditori ambulanti che, stesi i loro colorati tappeti, esponevano la loro mercanzia. Un' atmosfera da fiaba che noi vivevamo in punta di piedi cercando di passare inosservati. (Fatti km. 0)
1°- Giugno
Sembra che Maria si sia ripresa bene, per cui facciamo un piccolo programma della giornata e accendiamo i motori dei nostri due bolidi. La prossima meta se tutto va bene dovrebbe essere Marrakech. Facciamo pochi km. e siamo nella famosa Kasba di Ait Benhaddou ( comprensorio protetto dall' Unesco) e, con una temperatura infuocata e accompagnati da una guida che con la forza si è auto assunta, affrontiamo un tragitto tutto in salita e tutto d'un fiato fino alla cima della città-fortezza come fossimo inseguiti dalla polizia. Anche Maria, che è una podista affermata, faticava a stargli dietro. E' affascinante l'insieme di viuzze, scalette, terrazze, vedere i pochi abitanti che si sono creati delle piccole botteghe, case e mura di difesa costruite con fango e paglia che non si capisce come possano resistere nel tempo....ma già, lì sono sette anni che non piove! Il vento però fa vedere il suo lavorio per cui si notano parecchi punti di erosioni pericolose.
Affrontiamo con un po' di
riguardo la strada che porta alla valle di Ourika che consiglio di
evitare; è molto panoramica ma con buchi malefici che scassano le sospensioni
dei nostri mezzi. Continuiamo poi verso
il passo di Tizi-N-Tichka a quota 2260 metri con salite e tornanti per niente difficoltosi o pericolosi. La
nostra navigatrice sig.a Garmin, ci ha portato senza difficoltà al camping “Le
Relais de Marrakech”che è un po' fuori dalla città di Marrakech ma molto
carino e curato nei minimi particolari; con piscina, ristorante, prati e siepi
fiorite bellissime e servizi impeccabili. La gestione è privata e condotta da
una coppia francese. Il tutto per 11€ al giorno. Questo è stato il campeggio
più caro che abbiamo trovato in Marocco, ma senz'altro il più bello. ( Fatti Km.226 )
2-3- Giugno
Telefonato alla nostra gente a Trieste. In Italia fa quasi freddo, noi qui abbiamo 42° all'ombra. Passiamo il tempo all'interno del campeggio sotto le palme e a tuffarci nell'acqua fresca della piscina in attesa del pomeriggio per andare con un taxi in centro di Marrakech.
Arrivati, decidiamo di separarci con Antonio e Maria dato che noi siamo più lenti nel camminare e nell'osservare tutto quello che ci circonda. E' un po' presto per godere l'animazione serale della famosa piazza “Jemaa El Fna” (patrimonio dell'Unesco). Decidiamo di avviarci verso la Medina e il Souk soffermandoci ad osservare quello che offre in questo momento la grande piazza. E' un palcoscenico mutevole di artisti che va dai cantastorie, indovini, incantatori di serpenti,venditori d'acqua, ai giocolieri, alle donne che decorano mani e piedi con l'hennè. Al ritorno in piazza, dopo la Medina e il Souk, ritroviamo gli amici Antonio e Maria e saliamo al secondo piano del famoso bar ristorante Glassier. Sembra di essere a teatro perchè da lì si domina tutta la piazza. E' obbligatoria una consumazione perciò ordiniamo pizze e birra...pardon: acqua minerale, mentre osserviamo la trasformazione della piazza. E' incredibile: trainati a mano centinaia di carretti portano l'occorrente per creare delle bancherelle, coperte da tendoni, con tavoli e panche, accendono luci e fuochi su grandi griglie dove carni di tutti i generi impregnano l'aria di fumi e odori. La gente accorre da tutte le parti e prende posto sotto quei tendoni nati come funghi. Il Muezin chiama a raccolta i suoi fedeli ed è uno spettacolo vedere in un angolo della piazza davanti ad una piccola moschea tutti questi uomini, e solo gli uomini, chinati a pregare. Le donne sono esonerate dalla preghiera.
Bella la città, i palazzi, bella la Medina e il suo Souk, bello il suo disordine ordinato. Torniamo al campeggio dove non mancano mai dolcetti, digestivo e quattro chiacchiere con gli amici.
Siamo tutti frizzanti perchè forse domani vedremo l'oceano e Lili potrà finalmente mangiare un bel pesce.
(Fatti
km.0)
4-Giugno
Oggi ci aspetta un bel tappone. Fatto il pieno di provviste al supermercato “Marjanne” ci immettiamo in una strada veloce; il fondo è molto buono e il traffico è quasi nullo. Sembra incredibile ma per un lungo tratto siamo nella nebbia che comunque non ci impedisce di vedere delle immense distese di alberi di “argan” da cui il famoso olio. Decine di pecore si arrampicano sui rami per raggiungere quelle ghiande che a loro piacciono molto e piacciono anche alle signore perchè credono che il loro olio sia miracoloso. In equilibrio molto precario si mettono in posa per farsi fotografare e i loro pastori escono dai cespugli per incassare la mancia. Lungo il nostro percorso si trova la bellissima cittadina di Tiznit che noi visitiamo ammirando le sue alte mura costruite con paglia e fieno, il tutto è di una tonalità rosa che ti lascia a bocca aperta; al suo interno le viuzze lastricate ti invitano a passeggiare ed a entrare nelle sue variopinte botteghette dove si trova un po' di tutto.
Ad Aglou Plage si arriva dall'alto, ci si deve fermare ad ammirare e fotografare questo paesino tutto bianco che sembra cullarsi sulla sabbia e sulle impressionanti onde oceaniche. Non si vedono le abitazioni dei trogloditi, perchè questi abitanti hanno le loro case scavate nelle falesie. Ci si rende conto della loro esistenza solo calandosi a piedi lungo impervi sentierini che cadono nel mare. Cerchiamo un posto per la notte e, neanche a farlo apposta troviamo una coppia di italo/francesi che stufi della nostra civiltà caotica hanno comperato casa in questo paradiso. Ci raccontiamo un po' della nostra vita e poi ci indicano il luogo dove parcheggiare (praticamente dove vogliamo, il posto non manca). Fatto qualche km. sull'alto delle falesie, dopo l'avventura dell' insabbiamento di uno dei nostri camper e constatando con immenso piacere che i marocchini sono generosi e aiutano in ogni modo l'ospite straniero, ritorniamo al parcheggio del porto con attiguo il mercato del pesce. Il buio sta calando e dall'interno del camper intravediamo tra la spiaggia e l'alto delle falesie centinaia di grotte scavate nel tufo, alcune con un piccolo lumicino altre al buio e tante persone (trogloditi) che entrano in queste loro dimore. La risacca dell'oceano nel buio totale sulla spiaggia e sulle scogliere è impressionante però l'illuminazione del paesetto poco distante ci dà la tranquillità sufficiente per una buona notte.
(Fatti
km. 370)
5-6-Giugno
Siamo a
picco sull'oceano in questa meravigliosa località Marocchina con un sole
gigante e attorniati da dune di sabbia, una vegetazione che lotta per la
sopravvivenza. Il porto consiste in pochi massi messi a semicerchio a protezione
delle onde, e le barche dei pescatori sono dei gommoni più o meno grandi che si ormeggiano sulla spiaggia di sabbia. I
pescatori mettono il pesce nei panieri di paglia e li portano al mercato, dove
siamo posteggiati, e fanno una caratteristica asta a cui abbiamo assistito con grande interesse. La
curiosità poi ci ha spinto a visitare le centinaia di grotte scavate a varie
altezze nelle falesie di tufo: alcune sono
depositi di attrezzature dei
pescatori, altre sembrano delle povere abitazioni, alcune però sono
molto belle e fanno pensare che siano delle seconde case per qualche riccone
della zona. Tornati al camper abbiamo incontrato un altro italiano che abita
qui e che ci ha dato alcune dritte sulla zona. Nel pomeriggio ci muoviamo verso
un'altra perla non molto distante da qui. Siamo a Sidi Fini dove entriamo nel campeggio “El Barco”che è
posizionato sotto il paese e a una decina di metri dall'oceano.
La guida Routard ci fa cercare il ristorante “Nomad” che
non esiste più e allora entriamo non troppo convinti al: Caffè- Restaurant-
Mar- Pequena dove siamo accolti da una famiglia al completo. Abbiamo ordinato
del pesce, dei contorni e...... del vino! Con meraviglia abbiamo visto sparire
tutti fuori dal locale, tanto che dopo un po' volevamo uscire anche noi, ma
siamo stati bloccati all'entrata dal sorridente ristoratore che ci mostrava una
borsa piena di pesci molto grandi (sogliole, scorfani, orate). Subito dopo
entrava la cameriera ( una figlia ) con altre borse di verdura e un paio di
bottiglie di vino. Abbiamo mangiato e bevuto da pascià e con un costo veramente
irrisorio. Soddisfati facciamo una passeggiata per digerire e far sgonfiare i
nostri pancioni per poi coricarci sui tanto desiderati lettucci. Ci siamo
alzati con un magnifico sole e con la musica della risacca spumeggiante
dell'oceano. Mentre Antonio e Maria decidevano di rimanere in campeggio a
prendere il sole e a farsi una partita di bocce, io e la mia Mula siamo saliti
in paese. Dicono che la vita inizi nel tardo pomeriggio, ma noi ci ritroviamo
in un caos tremendo e nello stesso tempo molto interessante, mercatini con
merce esposta in terra su delle coperte, musica folkloristica e moderna,
baracchette con dolci e pane, mercati della carne e del pesce assaliti da
un'infinità di mosche ed in un piazzale un'infinità di griglie fumanti dai
profumi molto invitanti. A malincuore lasciamo questa festa per tornare al
camper.
(Fatti km.82)
7-
Giugno
Decidiamo
di non programmare niente e di andare a zonzo a lasciandoci ubriacare dalla
natura. Lasciamo la strada principale, deviamo per una stradina con un centro
turistico in costruzione a picco sul mare; posteggiamo i camper e a piedi
raggiungiamo questo paradiso terrestre di nome Mirleft. Un paio di
casette coloratissime, un bar ristorante pensione, una piccola scalinata con
tante piazzole con due tavolini e una scia profumata di pesce arrosto che
proviene da bracieri sparsi un po' in giro. La spiaggia di sabbia dorata con
vicino delle falesie dalle forme stupende; è così bello che c'è una troupe che
sta girando un film. Ritornati sulla lunga e panoramica strada principale
raggiungiamo Agadir. Nel Campeggio Municipale Internazionale che è in
semi abbandono ma comodissimo perchè vicino al
centro ed alla spiaggia troviamo sei camper di compatrioti con i quali
scambiamo un po' di parole. Una bella passeggiata sul lungomare per visitare il
centro che è tutto nuovo e molto lussuoso; dopo il terremoto del '60 i palazzi
sono stati costruiti e organizzati per un turismo a cinque stelle. Il lungomare
è lunghissimo e tanta gente molto elegante sta facendo le vasche. Troviamo il
porto dei pescatori con le sue baracchette e le grigliate fumanti. Entriamo in un ristorante non di gran lusso
che ci offre del buon pesce e delle ottime birre. Nell'immensa spiaggia come al
solito ci sono squadre di calcio che fanno partite vere e proprie; ma nessuno
fa il bagno. Strano ma fa freddo, rientriamo ai camper per un digestivo e tutti
a nanna sotto le coperte. (Fatti Km. 172)
8-9-10-Giugno
Il
cinguettio di un stormo di uccelli che vola sopra i nostri camper ci sveglia
con il naso all'insù. Si parte senza meta e con un gran spirito d'avventura.
Percorriamo la strada che segue la costa attraversando cittadine e borghi
stupendi, ( Caprhir -Tamri - Imsouane - Tamahar - Had Smimou ). Attraversiamo distese enormi di
coltivazione di alberi di argan. Lungo la strada diverse cooperative femminili
e poco prima di Sidi Kaouki ci
fermiamo in una di queste per vedere il processo produttivo di quest'olio
miracoloso. Non poteva mancare un incidente di percorso: un piccolo tocco tra
il mio specchio retrovisore e il manubrio di un brutto, sporco, violento e
probabilmente drogato motociclista olandese ci rovina la giornata; urla,
bestemmia, mi mette i pugni sotto il naso. Fortunatamente interviene un
poliziotto che fa finire il tutto con una stretta di mano. Il percorso odierno
termina nel Campeggio Sidi Magdoul molto vicino alla città di Essaouira.
Dopo cena con gli amici Antonio e Maria commentiamo la giornata gustando degli
ottimi pasticcini e ancora più degli ottimi grappini. Oggi decidiamo di
prendere il taxi e trascorrere tutta la giornata ad Essaouira. I bastioni e gli scogli che
circondano la città ricordano molto S. Malò in Francia; giriamo all'interno
della Medina che incredibilmente è molto ordinata e pulita e i venditori non ti
importunano, alcune botteghe hanno addirittura i prezzi esposti. Visitato il
caratteristico porto, in una delle famose bancherelle abbiamo fatto un lauto
pranzo a base di pesce scelto da noi (gamberoni- gamberetti- orate- branzino-
moscardini- sardelle-insalata marocchina-) e grigliato davanti ai nostri occhi,
il tutto per 500 DH = c. a.50 € in quattro. Le mura e l'oceano ci aspettano,
tuffiamo i piedi nelle gelide acque, qualche foto con i dromedari e a piedi
ritorno al campeggio, stanchi e ubriachi di vento e di sabbia, però felici. E'
stata una magnifica giornata. Dopo il caffè mattutino Antonio e Maria ci
lasciano; i ritmi tra noi sono molto diversi e l'eventualità del pericolo del
deserto non esiste più. Ci abbracciamo e ci promettiamo di rivederci fra
qualche giorno.
Nella lunga passeggiata sulla spiaggia, la sabbia e il
vento non ci hanno dato tregua; in campeggio sono arrivati i sei equipaggi
italiani di Agadir. Sorrisi e saluti e qualche racconto sui luoghi visitati.
Dopo lo stupendo centro storico e la sua altrettanto stupenda Medina, lo
sguardo che si sofferma sull'incantevole baia e le sue circostanti e verdi
colline ci fa credere che questa città sia una delle più belle viste fino ad
ora. La sera ci vede in un caratteristico ristorantino dove ci hanno fatto
sedere su degli scomodissimi divanetti e dove le ginocchia arrivano fino al
naso e ci hanno offerto delle ottime Taijne di polpette di sardelle, gamberi e
verdure accompagnate purtroppo da acqua minerale. Tornati al camper con il
taxi, ci siamo fatti il bicchierino della staffa e di corsa a nanna. (Fatti
km. 215)
11-
Giugno
Notte
da sogno, oggi ci muoviamo verso Safi, la città delle ceramiche.
Arriviamo comodamente nel campeggio comunale, siamo in compagnia di un
equipaggio francese, di una tenda con una coppia di polacchi e un sacco di
pavoni che fanno tutti la ruota e un casino enorme. Usiamo il taxi per tutti
gli spostamenti, sono veramente economici. La città si presenta con il suo
lungo mare senza fine, il suo mastodontico Castello del Mare e da muraglioni
fatti costruire dai portoghesi, il suo interessante museo, la sua Medina un po'
malandata e bisognosa di restauri, il suo tranquillo Souk, e l'intrigante e
stupenda “Chasba”, la cosi detta “Colline des Potiers” con le sue fornaci
fumanti e moltissime botteghe di
ceramiche. (Fatti km. 142)
12-
Giugno
Da un
paio di giorni un vento fastidioso ci accompagna, ma svanisce finalmente nelle
vicinanze della cittadina di El Jadida, una città tanto bella da essere Patrimonio
dell'Umanità dell'Unesco. Ci sistemiamo al Camping Internazionale e con
un'oretta di passeggiata siamo ad ammirare le strutture fortificate portoghesi
che dovevano garantire protezione alla
loro flotta. Siamo ad una delle porte della città, entrando ci pare di essere
nel medio evo, stradine strette che vanno in ogni direzione, il selciato
usurato e liscio che avrà centinaia d'anni. Visitiamo la “Cisterna Portoghese”
realizzata sotto il livello della strada per raccogliere l'acqua piovana; tante
colonne per reggere il soffitto e un silenzio surreale, la “Grande Moschea” e la chiesa cristiana
“Chiesa dell'Assunzione”, tutte e due purtroppo chiuse e non visitabili. Si è
fatto buio e rientriamo al campeggio attraversando dei bellissimi viali
illuminati e dei giardini pubblici dove un sacco di gente seduta sulle panchine
chiacchiera sotto voce. Sull'immensa spiaggia sono spuntati e spuntano
improvvisamente decine di campi di calcetto e una miriade di ragazzi che con un
frastuono incredibile cercano di segnare un gol. Qui la mia “Mula” decide di
andare da Nadia a farsi i capelli e, con….un po' in inglese, in spagnolo e in
triestino, viene fuori con un taglio sbarazzino che a me piace molto. (Fatti
km. 155)
13-14-15-Giugno
La signora Garmin si rivela molto utile per raggiungere con
un traffico impossibile la famosissima moschea di Casablanca che è
affacciata sull'oceano ed è una visione super. Arriviamo all'ora di chiusura
per cui possiamo vederla solo dall'esterno con qualche piccolo scorcio interno
tramite delle fessure indicateci da un marocchino. E' un'opera grandiosa, i
suoi marmi, i suoi mosaici, i suoi lampadari sono di una sfarzosità
incredibile, uno smacco alla povertà delle baraccopoli viste subito dopo nelle
immediate vicinanze. Saliamo a bordo del Vagabondo due e lo obblighiamo a
portarci a Mohamedia presso il Campeggio Ocean Blu, dove con molto
piacere rincontriamo Antonio e Maria che stanno azzannando un paio di orate
fumanti. Ci raccontiamo le nostre avventure gustando dei biscottini e
sorseggiando della buona grappa. Il campeggio ci da l'opportunità per pulizie,
bucato, scarichi e carichi e poi tanto ozio, completo relax rotto solo da un
pescatore che ci porta del pesce e delle cozze appena pescate. La sera ci vede
tutti e quattro attorno alle griglie alle prese con degli enormi riboni e sui
tavolini sono già esposte salsa di gamberetti e zuppa di cozze con del malvasia
fresco e i dolcetti marocchini al miele e....vicino fa capolino anche la
boccetta di grappa istriana. Sazi, felici e mezzi ubriachi si va a nanna. Al
mattino Antonio e Maria ci salutano mentre noi spaparanzati sulle brandine,
giornali e bibite fresche trattiamo il prezzo con il pescatore che arriva
portandoci un piccolo tonno pulito e tagliato a fettine, così decidiamo di
stare qui con la pancia all'insù.
(Fatti km.145)
16-Giugno
Decidiamo a mala voglia di saldare il conto del campeggio e
di partire. Anche se tutte le notizie in nostre mani parlano di baypassare Rabat
perchè caotica e poco interessante, noi decidiamo di andarci. E scopriremo che
la città è più che bella e che merita di essere vista; noi l'abbiamo giudicata
imperdibile. Per la sosta e il pernottamento, parcheggiamo il camper (dopo
trattativa e 20dh) con custodia davanti alla Moschea-Mausoleo di Mohamed 5° e
Torre di Hassan. Siamo sulla collina, a due passi dal centro e con la vista
sull' oceano. E' domenica e tutto è in festa, passeggiando ci soffermiamo ad
ascoltare i musicisti di strada, entriamo nei bellissimi giardini Portoghesi,
le alte falesie, le barche di tutti i colori messe lì come soprammobili, sullo
sfondo e dopo il ponte la bianca cittadina di Sale, la kasba con le sue viuzze
bianche e blu, la Medina con il suo Souk, non si possono descrivere tutte le
bellezze di questa città, è bella....bella....bella. Soli soletti abbiamo
dormito davanti al mausoleo sorvegliati dalle guardie a cavallo, la ronda dei
soldati che andava su e giù e attorniati da diverse telecamere. Più sicuri di
così......... (un accidente ai Muezin che urlano sempre) (Fatti km.
94)
17-18-
19-Giugno
Un sms
degli amici e il navigatore ci portano senza intoppi a Moulay Bousselham
e alla sua rinomata laguna. Il “Campeggio Internazionale”, che è molto spartano
ma è ubicato in una posizione splendida attaccato al mare e vicinissimo alle
prime case del simpatico paese, è già frequentato da altri turisti: francesi,
tedeschi, svizzeri e naturalmente Antonio e Maria, per cui ci affianchiamo e
con grandi saluti ci raccontiamo le ultime novità. Ci aggreghiamo anche noi
alla prenotazione fatta per il giro in barca nel pomeriggio per visitare la
laguna con la guida sig. Hassan Dalil, raccomandato dalla guida “Vivicamper”.
Pochi animali, ma molte donne tutte velate in acqua fino alle ginocchia per
raccogliere molluschi in un' atmosfera superlativa, ma che non vogliono essere
fotografate. Due passi per sgranchirci e tutti a nanna. Al mattino, gli amici
decidono di partire e così ci risalutiamo con un cincin al caffè. Siamo distesi
sulle sdraio e i nostri occhi stanno osservando il paradiso che ci circonda,
siamo a due metri dall'acqua e i ritmi della marea fanno affiorare delle dune
di sabbia dorata brulicanti di granchietti con una grande chela bianca. Le
barchette colorate che si adagiano su un fianco, la vicina laguna che ci fa
vedere mille sentieri fatti di canne e acqua, sulla destra le casette
coloratissime del paese e sempre quel rompi balle di Muezzin che dall'alto del
suo minareto continua a gridare le lodi al suo dio; sullo sfondo le onde
dell'oceano che si infrangono sulle barriere naturali.
Stanno rientrando le barchette dei pescatori che, sotto
degli improvvisati tendalini stendono sulla spiaggia e cercano di vendere le
loro fatiche (orate, razze, gamberoni, granzievole, anguille, sogliole e altri
pesci mai visti). Le viuzze strette che ospitano il Souk offrono tutte le merci possibili. Un
ristorante fra tanti ci colpisce e decidiamo di cenare: due birre nascoste tra
le pagine del menù ci fanno sorridere e
pensare alla rigidezza delle loro regole. Il risveglio è sereno e pieno
di voglia di non fare niente. Cosa che noi faremo tutto il giorno.
(Fatti
Km. 142)
20-
Giugno
Lasciamo l'accogliente Moulay Busselham per fare una
strada incredibilmente panoramica e
arrivare in quest'altra perla dal nome Asilah. Ci siamo
sistemati, anche per la sosta notturna, in un parcheggio custodito (con mancia)
rasentando con le ruote del camper il
mare e quasi all'ombra della cinta muraria portoghese e alle sue porte aperte
che ti invitano ad entrare per visitare il centro. I palazzi e le case
all'inizio sono di un bianco immacolato però, appena ci si addentra nelle
stradine, predomina il colore azzurro cobalto che lascia incantati. Nella
piazza principale dominano le mura fortificate e altissime palme, alcune pareti
esterne degli edifici sono decorate da murales realizzati da affermati artisti
locali.La Medina è di una pulizia e di una tranquillità incredibile, la Moschea
è di un bianco candido. All'imbrunire una tenue illuminazione ci fa vivere
un'atmosfera esaltante e nello stesso tempo intrigante. Tornati al parcheggio
riceviamo dal custode un bacio caloroso in fronte e non basta questo perchè un
tramonto incredibile con un enorme sole rosso sembra augurarci ogni bene. Siamo
emozionati e con il cuore gonfio di felicità andiamo a dormire.
(Fatto km. 105)
21-
22-Giugno
Lasciamo
Asilah curiosi di visitare le Grotte
D'ercole che troviamo con qualche difficoltà. La località ha il suo
fascino però tutto sommato non merita la deviazione. Saliamo al vicinissimo Cap
Spartel che non ci soddisfa molto perchè pieno di turisti e senza un posto
per la sosta. Lungo la strada ci fermiamo sopra una falesia che offre un
panorama d'incanto, è il posto ideale per pranzare e riposarci un po'. Non ci
resta che impostare il navigatore su Tangeri e cercare un parcheggio
segnalato da altri camperisti. Lavori stradali hanno sconvolto la viabilità per
cui ci ritroviamo ad attraversare con qualche brivido una stretta stradina
della Medina per poi fortunatamente sbucare al porto. Decidiamo di
percorrere con il camper il lungo litorale fino a Cap Malabat per poi
ritornare indietro fino al “Campeggio Miramonti”. E' in pratica una struttura
alberghiera molto grande e lussuosa, con una magnifica piscina e un ristorante che per l'occasione era tutto
addobbato per un matrimonio vip. Alcuni bungalow e le piazzole per i camper
sono disposte a terrazze e per posteggiare si devono fare tornanti tipo passo Pordoi. La posizione è
invidiabile però servizi, docce, piazzole, sono tutte di una trascuratezza
totale. Con un taxi arriviamo nella zona porto da dove comincia la nostra
visita alla città; ci liberiamo a fatica dalle presunte guide e ci inoltriamo
nella Medina da soli per poi passare all'antica Casbah in un caos incredibile
ma piacevole di persone, carretti, asinelli, tricicli, motorini. Un attore
italo-marocchino ci ha intrattenuto con le sue storie di Cinecittà e le sue
filosofie per poi farci accompagnare da un suo amico ad un ristorante, che a
noi non è piaciuto e che quindi abbiamo con gentilezza evitato. Una grigliata
enorme di pesce sul lungomare, chiacchierando con una coppia di spagnoli
innamorati di Roma e Venezia, ci ha dato la forza per fare ancora un po' di
vasche cercando di non farci sfuggire niente. Si torna al campeggio convinti
che Tangeri non ha più segreti per noi, una rinfrescante doccia, una
buona cena, l'immancabile partita a carte e via nel lettino che ci sta
aspettando.
(Fatti
Km. 95)
23-24-
Giugno
Lasciamo
Tangeri con l'intenzione di passare un paio di giorni di relax al mare.
Percorriamo una strada che si arrampica sulle colline per poi scendere in
prossimità di Tangeri Med, il nuovo porto ancora in fase di costruzione.
Passiamo per Ceuta che questa volta si presenta come una cittadina
pulita, ordinata, con viali fioriti, palazzine e ville bianco azzurre molto
belle. Attraversiamo Cabo Negro per raggiungere Martil ed entrare
nel campeggio “Alboustane” a circa 200 m. dal mare. Siamo un po' delusi da
questa località, che è estremamente turistica e alquanto trasandata. Mille bar,
pizzerie e negozi sul lungo mare sono mezzi chiusi e non ci attraggono. La
spiaggia è molto ampia e spaziosa, ma ha un chè di sporco. Pochi fanno il
bagno. Al risveglio, notiamo con disappunto che il campeggio è in semi rovina,
rari alberi molto bassi che rilasciano delle gocce nere e appiccicose, i
servizi fuori ogni norma di igiene, all'ingresso un bel ristorante con piscina
a pagamento costantemente vuoti; pochi camper di francesi e alcune tende di
locali, il tutto ci crea molto sconforto per cui domani mattina dopo le pulizie e i carichi necessari partiremo.
Peccato perchè questa per noi è l'ultima tappa in Marocco e dopo tante bellezze
ci ha lasciato un po' delusi.
(Fatti
Km. 135)
25-Giugno
La
nostra vacanza in Marocco sta per finire. Come all'arrivo anche oggi
viene giù una leggera pioggerellina. Entriamo in un market per spendere gli
ultimi soldini in valuta locale. Affrontiamo la frontiera marocchina con un po'
di angoscia anche se non abbiamo niente da nascondere, ma tutto scorre liscio,
un poliziotto ci salva dall'aggressione
dei soliti faccendieri. Dopo circa un'ora siamo a bordo del traghetto che ci
riporta ad Alcegiras in Spagna. (Fatti Km. 60)
Totale Km. 2.806 da Muggia (TS) ad Algeciras in Spagna (traghetto)
Totale Km. 3.764 fatti in
Marocco da Ceuta a Ceuta.
La
nostra vacanza continua in Europa però una piccola considerazione sul periodo
passato in Marocco è doveroso farla:
IL
popolo è meraviglioso, ha un forte senso dell'ospitalità e ti fa sentire sempre
molto ben accetto.Come avrete capito dalla lettura del diario, non abbiamo mai
avuto una sensazione di pericolo o imbarazzo. E' vero che noi cerchiamo di
rispettare le genti e i posti che visitiamo adeguandoci alle loro leggi e modi
di vivere: ad esempio per quanto riguarda l'abbigliamento, nel chiedere prima
di scattare una foto e nel modo non prepotente o chiassoso che purtroppo spesso
notiamo in certi europei.
La
natura è splendida, ci ha sorpreso più volte e incantato specialmente nella
parte interna del paese: montagne, canjon, gole, fiumi, sorgenti, foreste,
villaggi color ocra, dune di sabbia dai mille colori con le carovane di
dromedari, le tende nere dei nomadi, le cicogne, le scimmie dispettose, capre,
pecore e tanti, tanti cani e gatti
randagi.
Per
non dimenticare le città imperiali con le loro infinite e tortuose medine, con
i souk e la marea di umanità con tutto il suo folklore.
La
costa sull'Oceano è molto variegata: al Sud panorami incantevoli, paesini di
pescatori e dune di sabbia fino al mare; al settentrione città molto moderne.
La
rete stradale è buona e non mancano stazioni di servizio, dove viene accettata
anche la carta di credito. I camper di circa 7 metri non hanno preblemi di
transito. Il gasolio ha un prezzo per noi italiani molto favorevole ( ca. €
0,800 al litro !) E' molto utile un navigatore, possibilmente con la mappa del
Marocco e le coordinate. E' anche necessaria la carta Michelin 742, utilissimi
i diari di bordo trovati in Internet, la guida Routard, Vivicamper e la guida
dei campeggi che si trova in vendita all'Agenzia di viaggi Gutierrez a Palmonas
in Spagna ( noi abbiamo spesso dormito in parcheggi custoditi e a pagamento o
anche liberi ).
Lo
standard medio della qualità dei campeggi lascia a desiderare.
Nessun
problema per rifornimenti dell'acqua.
Nessun
problema per rifornimento cambusa.
Grossi
problemi per rifornimento vino e birra !!!!!
La
cucina marocchina è varia e discreta ma.....viva l'Italia
In
tutto il paese c'è la presenza costante di Polizia e Guardie municipali, che danno un senso di
sicurezza. Al confine non ci sono grandi problemi di controllo dei mezzi, ma
c'è molta burocrazia.
Per
capirci: un po' di spagnolo, un po' di francese e anche un po' di italiano.
Un
ultimo consiglio: noi abbiamo usato molte volte il taxi, non perchè siamo dei
“signori” ma perchè è molto comodo lasciare il camper in un parcheggio sicuro e
lasciarsi condurre, magari da un simpatico autista, nei luoghi più interessanti
e.....ad un costo irrisorio.
Con
questo diario sono sicuro che non ho raccontato tutto, ma spero di aver
trasmesso il mio, il nostro entusiasmo per questo viaggio che ci ha fatto
scoprire un mondo veramente inaspettato: un viaggio che, per quanto uno possa
documentarsi prima, sarà pieno di sorprese, magnifiche sorprese!
Un
saluto a tutti e a risentirci presto con tante, belle e nuove avventure. Noi
continuiamo la vacanza attraversando: Spagna, Portogallo, Paesi Baschi,
Francia. Cercheremo di raccontarvi qualcosa di bello e utile con il diario: “
Dopo il Marocco”
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Giorgio e Lili -
ciao...........**************