Una
passeggiata per le calli di Muggia
Affacciata sull'insenatura protetta
che porta il suo nome, Muggia è cittadina di antico impianto con ancora lunghi tratti di mura e
piacevoli quartieri di sapore veneziano. Il centro storico si concentra intorno
al 'mandracchio' (la darsena fin dentro l'abitato),
presso la quale piazza Marconi raccoglie gli edifici
storici di maggiore interesse. Il Municipio, benché ricostruito più volte fino
al 1934, ingloba tuttora in sporgenza il palazzo dei Rettori di
origini quattrocentesche; il Duomo, sorto nel 1263 su una chiesetta triabsidata del secolo precedente, ma ora per lo più di
aspetto gotico quattrocentesco; per corso Puccini -
dopo una deviazione tra i palazzetti di via Dante, al
cui termine vi è una superstite porta di città - si raggiunge via della Torre,
che sale tra caratteristiche case antiche verso la chiesa gotica di S.
Francesco, che risale al 1411, ma è stata molto restaurata nel 1958. Più in
alto, in ottima posizione panoramica, testimonia dell'antico fiorire di Muggia Vecchia la piccola basilica di S. Maria Assunta nata romanica ma alterata nei secoli,
estesamente decorata all'interno con affreschi dei sec. XII e XIII.
Piazza Marconi
L'architettura degli edifici conserva ancora la sua
caratteristica veneta. Il benessere economico portato dall'industria navale nel XIX secolo sarà la causa indiretta, col necessario
rinnovamento urbanistico dopo anni di indigenza, del mutamento dell'architettura originaria, che verrà sostituita nei
restauri e nel quasi generale aumento in altezza delle case, da una nuova
tipologia moderna a fori rettangolari con stipiti monolitici.
Il Duomo
Nella piazza di Muggia si eleva
l'attuale duomo sorto al posto della primitiva chiesetta che sorgeva
nell'allora Borgolauro. Consacrato nel 1263 dal vescovo
di Trieste Arlongo da Votsperg,
il duomo di Muggia è costruito con blocchi
rettangolari di pietra bianca d'Aurisina. La sua
facciata è di stile gotico-rinascimentale,
sopra il portale si nota una scultura raffigurante la Trinità in trono
adorata dai due Santi Patroni Giovanni e Paolo inginocchiati e da due
angioletti. Per dar luce all'interno del duomo si apre il grande" il grande rosone finemente lavorato sia nella cornice che
delimita la sua circonferenza sia nelle esili colonne che si dipartono in sedici
raggi formanti verso l'esterno tutto un leggiadro merletto mentre, con disegno petaloideo, convergono al centro tenuto da una patera
raffigurante, in bassorilievo, la Vergine ed il Bambino. Il campanile, quadrato
alla base, è di forma evidentemente veneziana. All'interno del duomo, che
spicca per le sue linee equilibrate e semplici, la navata centrale è separata
dalle due laterali minori da quattro archi a tutto sesto poggianti su bassi
pilastri rettangolari.
Il Palazzo Comunale
venne eretto per la prima volta nel 1256, demolito e
riedificato nel 1342, restaurato nel 1444, anno in cui fu fatto murare sulla
facciata dal podestà Loredan la propria arma e il
leone di San Marco. Fu demolito ancora verso la metà dell'800
e ricostruito nel 1852. La struttura attuale è il risultato dell'ultima
ricostruzione dopo l'incendio del 1930. La torre dell'orologio, motivo
architettonico riportato variato anche nell'ultima edizione, fu aggiunta nel
1888 durante la carica podestarile di A. Novello. Dopo
l'annessione all'Italia, sulla facciata è stata aggiunta sul lato sinistro del
leone di San Marco la lapide: 'Apri il tuo libro, il
confine d'Italia è giunto all'Alpe. Roma ci guarda. 17 aprile MCMXXI'.
L'epigrafe che si
trova murata all'interno del palazzo porta uno stemma
con il blasone della famiglia Apostoli (le due S) contrapposto a quello dei Farra (i due gigli con lo scaglione rovesciato) e nella
parte sottostante la dedica a Giovanni Farra Bombizza, l'eroe muggesano che si
era distinto nel 1511 durante la guerra austro-veneta combattendo con la
propria fusta i brigantini imperiali nelle acque del Vallone di Muggia e nella conquista di Marano.
La Portizza
La 'Portizza', cioè
la porta di Levante, con il leone di San Marco, che all'interno si apre sulla
via Dante o 'Contrada Granda', come viene
ancora oggi chiamata e verso l'esterno si raccordava anticamente, attraverso i
ponti che subito fuori porta attraversavano le prime saline, con la strada per Zaule e Trieste.
Il Castello
Costruito tra il 1374 e il 1399 per volontà del Patriarca di Aquileia, che voleva tenere
sotto controllo i muggesani troppo filoveneziani, il Castello di Muggia
nella realtà storico militare non fu mai utilizzato. Non servì al mantenimento
del dominio interno del Patriarca di Aquileia, in quanto anche dopo la costruzione del castello
non cessarono le ribellioni. Sotto il dominio della Serenissima
il Castello non servì dal punto di vista militare, anche se fu sempre
mantenuto in discreta efficienza data la vicinanza del confine con Trieste e
l'Austria. In realtà l'unico assedio che subì la città sotto il dominio veneto interessò solo il fronte murario prospiciente il
fossato, l'attuale via Roma, cioè le mura meridionali attaccate dai triestini
nel 1511 e che resistettero al cannoneggiamento. L'aspetto primitivo del
Castello oggi non è noto. Sicuramente le mura del quadrilatero sono rimaste
invariate, mentre nulla di sicuro si sa dell'aspetto originario delle due
torri. Le fondamenta di una di queste sono venute alla luce
durante gli scavi effettuati nel 1992, dell'altra rimangono poche muraglie con
una finestra. Le due torri e la merlatura resistettero
almeno fino al Settecento, quando il Castello venne restaurato e fu costruito
il bastione. Le stampe ottocentesche tramandano un Castello ormai ridotto alla
sola cinta muraria in pessime condizioni di conservazione. Nel Novecento venne dapprima abbattuta la porta del Castello per agevolare
il passaggio dei pedoni ed in seguito vennero tagliati gli spigoli dei fianchi
per permettere alle automobili di fare il giro del Castello da salita ai Piai a calle dei Lauri. Ad inizio Novecento venne anche
costruita una falsa torre, di stile veneziano ma non corrispondente per nulla
all'originale torre maggiore.
Il Mandracchio
La pianta della
città murata a forma di testuggine racchiude il Mandracchio, anticamente difeso
da due torri e si estende a occidente verso la
collina, dove sorge il castello. Sul breve specchio di mare si affacciano case
di un certo rilievo e di antico impianto, come quella
con lo stemma quattrocentesco dei Robba: essa sorge
sul lato meridionale del Mandracchio ed è erroneamente detta 'casa dei due leoni' per le due piccole sculture sui pilastrini
del poggiolo, in cui si devono riconoscere invece due dei quattro animali
apocalittici simboleggianti gli Evangelisti e precisamente l'aquila di San
Giovanni e il bue alato di San Luca. Le altre case con i tipici lucernari sono
per lo più a tre piani dopo le sopraelevazioni operate in questo secolo.
Il parco archeologico di Muggia vecchia
A sud del centro di Muggia,
sorge il colle di Muggia Vecchia. Antico borgo
abitato fino alla fine del 1400, il colle venne
gradualmente abbandonato per il nuovo insediamento sul mare, il Borgo Lauro,
l'attuale centro di Muggia racchiuso dalle mura e
dominato dal castello.
Il sito è noto per il trecentesco santuario dedicato a
Santa Maria Assunta, per il suo parco di querce e roverelle e per essere un mirabile punto panoramico sul
golfo di Trieste.
Oggi il colle è diventato un vero e proprio parco
archeologico. I percorsi attrezzati con pannelli didattici permettono la visita
e la comprensione delle mura di cinta, delle porte urbiche,
del Santuario, della trama compositiva delle
strutture abitative, degli assi stradali e degli spazi aperti che costituivano
l'articolazione originaria del centro abitato di epoca
medievale. E' possibile non solo visitare un 'castellum' medievale, ma anche comprendere i modi di vita
dei suoi abitanti, come si procuravano il cibo, come vestivano e quali erano
gli svaghi e i passatempi.
La basilica di Santa Maria Assunta
La basilica di Santa
Maria Assunta è l'unico edificio sopravvissuto
dell'abitato medievale di Muggia Vecchia. La sua
presenza è ricordata in alcuni documenti del XIII secolo, ma la tecnica
costruttiva e lo stile architettonico adottati richiamano il modello preromanico diffuso dal X secolo
lungo le coste istriane. L'interno è diviso in tre navate da due file di archi su otto pilastri. Le due navate laterali terminano
con una volta a botte, dove trovano posto due cappelle, mentre quella centrale
si conclude con un'abside interna sicuramente rifatta
nel secolo scorso. Il presbiterio rialzato, che invade la navata centrale per
lo spazio di due arcate, è recinto, come le due cappelle laterali, da una serie
di plutei ornati da motivi consueti alla scultura preromanica
del VIII-IX secolo. Essi si trovano disposti senza un ordine preciso, così da
far pensare ad un più tardo rimaneggiamento. Analoghi plutei recingono le due
cappelle laterali.
L'ambone circolare,
campione rarissimo di antica disposizione liturgica, è
fiancheggiato da sei colonnine, mentre una settima, ottagonale, sostiene un
leggio decorato nella parte esterna da una scultura a foglie di vite con tracce
di colorazione verde. Il leggio ad uso del Capitolo, volto verso l'altare, si imposta su una colonna ottagonale con capitello a quattro
facce.
La grande immagine
ad affresco di San Cristoforo, protettore di pellegrini e viaggiatori,
all'interno della basilica di Muggia Vecchia ci
ricorda che questo colle, oggi quasi disabitato, è stato un tempo luogo di
congiungimento dei cammini che univano l'oriente e l'occidente, il mare e
l'entroterra.
Il civico museo archeologico
Il museo archeologico, inaugurato nel
1999, si trova ospitato nella cosiddetta 'casa
veneta'
di Calle Oberdan, un edificio che risale
al XV secolo.
L'origine della raccolta si deve alla tenacia e all'iniziativa personale
di alcuni
muggesani, appassionati
di storia locale, che tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento hanno
avviato una sistematica opera di recupero e conservazione dei reperti. La sua
realizzazione scientifica è stata curata dalla Soprintendenza per i beni
ambientali, architettonici, archeologici, artistici e storici
del Friuli Venezia Giulia, insieme con gli altri Enti
promotori, la Provincia di Trieste e il Comune di
Muggia.
Nel museo trovano finalmente
esposizione materiali che coprono un ampio arco di tempo
compreso tra l'età del Bronzo e la tarda antichità, qui contrassegnata da
preziose e rare testimonianze del culto
mitraico.
Anche recenti scavi nel castelliere
di Elleri e nella sua vicina necropoli sono riusciti ad accrescere
al di là di ogni aspettativa la raccolta di pochi materiali già noti,
allargando la conoscenza sulla storia del territorio.
I materiali esposti evidenziano come
il territorio
muggesano sia da sempre zona di
frontiera, partecipe di molteplici influssi: da quelli occidentali italici a
quelli centroeuropei e adriatici orientali.
Tradizioni muggesane
Erano chiamate '
frasche' le rivendita stagionali dove
il vino di propria produzione completava "
el rebechin", ovvero un contorno di salame, olive,
formaggio, uova, prosciutto od
ossocollo.
Ma talvolta anche di pesce fritto, carne e verdura che qualcuno
preferiva portarsi da casa.
Dalle notizie
"storiche" raccolte, le "osterie al
frasco"
e le "osterie su
la mare", oltre che essere
sparse nelle frazioni, venivano aperte anche nel centro storico. Il periodo più
frequente d'apertura era per la Pasqua, Questa piccola attività stagionale che
durava pochi giorni,
a seconda della quantità di vino
disponibile, era esercitata dai contadini, ma anche da operai e possidenti che
avevano piccoli appezzamenti di terreno coltivato a vigna.
Il servizio
veniva effettuato all'interno, od all'esterno nelle belle
giornate, sullo spiazzo davanti alla casa, di solito padronale. L'arredo era
composto
da lunghi tavoloni con ai lati delle panche
dove i clienti sedevano vicini gli uni agli altri. Il vino
veniva
versato in bottiglie particolari di vetro bianco ad imboccatura larga e collo
stretto, in uso ancora oggi, e di misura diversa a seconda della quantità del
contenuto. Raramente erano usate caraffe di ceramica. La conduzione era di
solito famigliare.